
L'intolleranza al lattosio è una condizione che non permette all’organismo di digerire completamente lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati; è nota anche come deficit di lattasi, un enzima prodotto dalle cellule dell’intestino tenue che, scindendo il lattosio in glucosio e galattosio, ne permette l’assorbimento. Carenze di lattasi fanno sì che il lattosio arrivi fino nel colon, dove interagisce con i batteri dell’intestino dando luogo ai problemi intestinali tipici dell’intolleranza.
I sintomi, più o meno gravi, tipici dell’intolleranza al lattosio sono crampi e gonfiore addominale, irregolarità intestinale, diarrea e flatulenza.
L’intolleranza al lattosio, frequente in Italia e generalmente ereditaria, esiste in tre forme: congenita, acquisita e genetica.
La forma congenita è generata dal deficit di produzione della lattasi. Si può manifestare nel bambino con lo svezzamento oppure più tardivamente nell’adulto a causa della riduzione progressiva della produzione della lattasi.
La forma acquisita è invece secondaria ad altre patologie intestinali (celiachia, morbo di Crohn, linfomi, enteriti attiniche, sindrome dell’intestino irritabile). Si tratta di una forma transitoria che si risolve nel momento in cui si ha la guarigione della malattia responsabile.
A seconda della forma di intolleranza, è necessario escludere dalla dieta tutti gli alimenti contenenti lattosio fino ad ottenere la remissione completa dei sintomi e la ripresa della normale funzionalità intestinale. In caso di intolleranza al lattosio secondaria transitoria, passato un primo periodo, si possono reintrodurre nella dieta bassi quantitativi di lattosio, valutando la reazione dell'organismo; infatti rinunciare indiscriminatamente a tutti gli alimenti contenenti lattosio potrebbe portare ad un carenza di calcio nella dieta, con i rischi che questo comporta. Se intolleranti in forma genetica, gli alimenti contenenti lattosio devono essere esclusi dalla dieta in modo permanente.
Dal momento che il lattosio viene spesso utilizzato negli alimenti come conservante, addensante e stabilizzante, e in molti farmaci, integratori alimentari e omeopatici, come eccipiente, bisogna sempre leggere attentamente la loro composizione per evitare l’introduzione accidentale di quote di lattosio.
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